Fotografia partecipativa
2023-2024 _ Progetto “I’M-Perfetto” a cura di Michela Taeggi
Abstract
Quante volte sentiamo parlare di perfezione? Così tanto da non rendercene più conto. La perfezione è una chimera che spinge l’essere umano a raggiungere obiettivi spesso illusori e difficilmente raggiungibili. Si entra così nel vortice della frustrazione, della paura di non essere mai “abbastanza” e dell’apparire. Costruiamo gabbie e mettiamo limiti entro nei quali vivere per raggiungere la tanto agognata perfezione: un corpo perfetto, un lavoro perfetto, una vita perfetta. Meccanismi che spesso condizionano l’approccio alla realtà che risulta così distorta.
Ma che cos’è esattamente la perfezione? C’è un criterio che stabilisce i suoi canoni? Possiamo far riferimento all’antica Grecia dove equilibrio, armonia, geometria e dunque la bellezza, erano caratteristiche imprescindibili per definire qualcosa di perfetto. Oppure, secondo Aristotele da un punto di vista filosofico: “Le persone perfette non combattono, non mentono, non commettono errori e non esistono”. Senza l’imperfezione non esisterebbe la perfezione. Dunque quale valore diamo all’imperfezione?
“Non c’è luce senza ombre e non c’è pienezza psichica senza imperfezioni.
La vita richiede per la sua realizzazione non la perfezione, ma la pienezza.
Senza l’imperfezione non c’è né progresso né crescita.”
(Carl Gustav Jung)





















