Nan Goldin

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Nan Goldin (Washington D.C., 1953) è una fotografa statunitense celebre per il suo approccio intimista, diretto e profondamente autobiografico.

Nan Goldin, Self-Portrait with Eyes Turned Inward, Boston, 1989 © Nan Goldin.

Cresciuta in un ambiente familiare complesso e segnata dal suicidio della sorella maggiore, ha trovato nella fotografia un mezzo per preservare memoria, elaborare il dolore e costruire una narrazione sincera della propria vita e di quella delle persone a lei vicine. Trasferitasi a New York negli anni Settanta, Goldin ha documentato dall’interno le comunità queer, punk e underground dell’East Village, ritraendo amici, amanti e compagni di vita con una sincerità che rompe qualsiasi distanza tra fotografa e soggetto.

Nan Goldin, Self-portrait in kimono with Brian, New York City 1983 © Nan Goldin.

Il suo linguaggio visivo — basato su luce naturale, colori saturi, flash diretto e un’estetica volutamente “imperfetta” — contribuisce a creare immagini che funzionano come pagine di un diario personale più che come fotografie tradizionali. È proprio qui che si inserisce il suo contributo alla fotografia autobiografica: Goldin trasforma la propria esistenza in opera, rendendo il vissuto uno spazio artistico e politico. La serie The Ballad of Sexual Dependency ne è l’esempio più emblematico: un racconto visivo fatto di amore, dipendenze, ferite, desiderio e intimità, in cui ogni fotografia è un frammento della sua esperienza quotidiana.

Per Goldin la fotografia è partecipazione e non osservazione esterna: un modo per raccontare la verità emotiva delle relazioni umane e, allo stesso tempo, per affermare la dignità dei mondi marginalizzati. Anche il suo recente attivismo contro la crisi degli oppioidi testimonia come la sua pratica continui a intrecciare vita, arte e impegno sociale, rendendola una figura imprescindibile nella storia della fotografia contemporanea.

 

Alcune fonti principali per approfondire la vita, l’opera e l’approccio autobiografico di Nan Goldin:

Libri e cataloghi

  • Nan Goldin, The Ballad of Sexual Dependency, Aperture, 1986 (edizioni successive aggiornate).
    Il suo lavoro più celebre, accompagnato da testi critici.

  • Nan Goldin, I’ll Be Your Mirror, Whitney Museum of American Art / Scalo, 1996.
    Catalogo della grande retrospettiva al Whitney, con saggi fondamentali.

  • Guido Costa, Nan Goldin, Bruno Mondadori, 2004.
    Monografia critica molto utile per comprendere poetica e contesto.

  • Nan Goldin, The Other Side, Scalo, 1993 (ried. 2019).
    Raccolta dedicata alla comunità trans e drag, accompagnata da note autobiografiche.

  • Nan Goldin, This Will Not End Well, Phaidon, 2023.
    Ampia raccolta che include saggi, interviste e analisi dei suoi slide-show.

 

Le fotografie sono state prese dal web e utilizzate esclusivamente a fini formativi.

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